Su pan’e saba è un dolce antico, nasce come pan’e saba semplice detto anche “povero” perchè era un pane , proprio un pane, impastato con la saba che lo rendeva un pane dolce e quindi veniva consumato come dolce. questo in tempi lontani, man mano si è evoluto ed è stato arricchito a seconda dei prodotti presenti nel territorio. Meana Sardo è una località montana dove c’è produzione di noci e nocciole ecco quindi che viene arricchito con tanta frutta secca.
Se avevano la saba avevano anche l’uvetta e quindi un altro elemento da addizionare. la farina usata era quella che si utilizzava per fare il pane giornaliero.
La particolarità è la ricchezza della frutta secca come si denota dagli ingredienti,per questo motivo ci sono varie versioni a seconda della località. A questo tipico tradizionale si è affiancato quello moderno fatto con lievito di birra e ancora un’altro tipo fatto con il lievito chimico che è però più somigliante ad una torta.
Pan’e saba di Meana Sardo
Ingredienti:
1 kg di tziki (farina di grano duro detta anche scetti o fiore sardo)
1 l di sapa
g 600 noci
g 600 nocciole
g 800 uva passa
mandorle q.b.
g 150 lievito madre
cannella
semi d’anice
chiodi di garofano
buccia d’arancia secca
scorza d’arancia
Lavorazione:
Impastare la farina con la saba calda, mettere le polveri e il lievito madre, lavorare rigorosamente a mano, pian piano far intridere la frutta secca. fare le forme e decorare con le mandorle. lasciare lievitare un giorno e una notte, cuocere possibilmente nel forno a legna dopo aver sfornato il pane quindi ad una temperatura di circa 170 °C per circa 1ora e mezza, togliere dal forno e immergere nella saba, lasciare asciugare prima di decorare con sa traggera.
le forme classiche sono : su tundo – sa loriga – su coru –
Questo pane è stato fatto da Teresina , così come le foto
La fetta
Con Teresina ho frequentato il Master in Cultura Alimentare , dopo che ci eravamo conosciute tramite Coquinaria .
Non è una chiacchierona , ma quando parla colpisce nel segno e a me piace anche per questo .