Il Divin Etrusco è una delle manifestazioni enogastronomiche che maggiormente rappresentano il territorio dal punto di vista storico enogastronomico.
Da oltre dieci anni si svolge ad agosto, quasi ad anticipare la vendemmia dell’anno in corso.
Anche per questo 2023 il programma è stato particolarmente ricco ed ha compreso tra gli eventi la gara culinaria del Divin Mangiando®, organizzata da me con l’aiuto di tanti amici che da molti anni mi sostengono.
Quest’anno con il Divin Etrusco siamo arrivati alla XVII^ edizione e, sin da quando è stata ideato, il suo obiettivo è stato quello di celebrare il connubio tra il vino e la civiltà di questo meraviglioso popolo che ha avuto il merito di diffondere questo nettare in Italia ed anche oltre i confini.
Anche se furono i Fenici a portare la coltura della vite in Grecia e furono gli stessi ellenici a trasmetterla in Italia quando colonizzarono le aree meridionali della nostra Penisola, si deve agli Etruschi la sua diffusione prima nel Centro e poi nella parte settentrionale, fino all’Emilia Romagna.
Inoltre le navi etrusche partivano cariche di anfore e, solcando il Mediterraneo, arrivavano fino alla Gallia meridionale, come testimoniato dal relitto ritrovato a Cap D’Antibes con 170 anfore vinarie.
Un popolo che aveva iniziato a coltivare la vite già nell’età del Bronzo, ossia a partire dal XII sec. a.C, dedicandosi alle varietà selvatiche che venivano rigorosamente lasciate nel loro habitat naturale; poi, attraverso il loro contatto con i Greci, gli Etruschi migliorarono le loro tecniche, apprendendo e sperimentando modalità di lavoro differenti rispetto a quelle utilizzate fino ad allora ed impararono a coltivare anche nuove tipologie di vitigni orientali, incrociandole con le varietà locali.
Fu questo popolo ad insegnare ai Romani questi nuovi sistemi di allevamento, grazie al secondo Re di Roma Numa Pompilio che era di origine etrusca e furono gli stessi Etruschi a sperimentare per primi tecniche come il sistema a “vite maritata”, dove la vite appunto, per raggiungere il più possibile la luce, veniva appoggiata ad un albero portante e fatta crescere su pioppi, aceri, olmi, ulivi o alberi da frutto.
Oppure quella della pigiatura dell’uva nei palmenti che venivano prima scavati nelle feritoie rocciose situate in prossimità dei luoghi dove si trovavano le viti e poi protetti con tettoie dalla pioggia.
Quanto quindi siano stati importanti gli Etruschi nella coltura della vite viene certificato dal fatto che entrambe queste tecniche sono state utilizzate per secoli e quella della vite maritata è un sistema ancora in uso nel casertano.
Ecco perché ancora oggi si continua a festeggiare ed omaggiare una civiltà che ha saputo riconoscere nel vino un simbolo fondamentale delle celebrazioni religiose ed anche dei riti pagani, trasmettendo il suo valore alle popolazioni successive.
Programma del Divin Etrusco 2023
Il programma 2023 di questa manifestazione ha riservato parecchie sorprese e molte soddisfazioni.
Ideato da Carlo Zucchetti il giornalista enogastronomo con il Cappello e da Alessandra di Tommaso, il Divin Etrusco è un evento che vuole celebrare il passato culturale comune di 12 città etrusche: Tarquinia, Arezzo, Bolsena, Cerveteri, Chiusi, Cortona, Orvieto, Perugia, Populonia, Veio, Volterra e Vulci che si unirono in una confederazione per manifestare la propria potenza.
Infatti ognuna di queste, per cui si parla di Dodecapoli Etrusca, pur conservando la propria indipendenza, strinse con tutte le altre un’alleanza religiosa e commerciale e questa loro unione, da 17 anni, viene celebrata con un percorso di degustazione vinicola, che si estende lungo le vie dell’incantevole centro storico di Tarquinia e dove queste 12 città etrusche vengono rappresentate da una selezione delle loro cantine.
Organizzata dal Comune di Tarquinia con il sostegno della Regione Lazio, dell’Arsial, della Provincia di Viterbo, della Camera di Commercio e del MiC – Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia, la manifestazione viene pianificata anche quest’anno con la formula ormai consolidata dei due weekend, si terrà infatti nelle giornate che vanno da giovedì 17 agosto a domenica 20 e da giovedì 24 a sabato 26 agosto.
Se il vino sarà come al solito al centro dell’evento e chi parteciperà potrà assaggiarne le varie tipologie nei banchi di degustazione aperti dalle 20 fino a dopo mezzanotte con il proprio calice a tracolla, sono preannunciati, anche in questo 2023, tutta una serie di eventi a corollario che faranno da cornice a questi assaggi.
Infatti, oltre a queste degustazioni guidate, sono previsti anche una serie di spettacoli collaterali tra cui appuntamenti letterari e musicali, incontri a tema, proposte di food market, street food e show cooking, per arricchire un evento che coinvolgerà a 360° l’intera popolazione di Tarquinia e tutti quei turisti che vorranno affacciarsi nei giorni sopra indicati nella nostra bella città.
Un primo assaggio di cosa verrà proposto quest’anno è stato già svelato in anteprima ad aprile in occasione del Vinitaly di Verona, dove tutto lo stato maggiore del Divin Etrusco, insieme a tre cantine di Tarquinia, è stato ospite per il secondo anno consecutivo nello stand della Regione Lazio.
Le 3 realtà vinicole della nostra città, Muscari Tomajoli, Tenuta Sant’Isidoro e Valle del Marta, presenti nei padiglioni di Veronafiere, hanno ricevuto gli apprezzamenti prima del ministro Lollobrigida e poi del sottosegretario Patrizio La Pietra che si è intrattenuto con i produttori delle cantine nello stand della Fondazione Cotarella dove Enrica, in rappresentanza della famiglia, ha illustrato l’obiettivo della fondazione, ossia quello di promuovere che, sin dall’infanzia, le persone adottino un’alimentazione equilibrata, sostenendo e supportando le ricerche scientifiche nel campo dell’agroalimentare, lo sviluppo del territorio e la rivalorizzazione delle aree rurali.
Divin mangiando: gara gastronomica e show cooking stellati
Tra i tanti eventi che si alterneranno nell’ambito del Divin Etrusco, anche quest’anno, sabato 19 agosto e per la sua settima edizione, si svolgerà il Divin mangiando, una gara gastronomica organizzata dalla mia dall’Associazione culturale il Prezzemolino e patrocinata dal Comune di Tarquinia.
Per chi non ne avesse mai sentito parlare, si tratta di una competizione culinaria che si rivolge ai cuochi non professionisti ed a tutti gli appassionati di cucina, che amano stare dietro ai fornelli e si dilettano nel preparare piatti originali che, nel caso del Divin Mangiando, dovranno essere cucinati con le materie prime a km 0 delle aziende presenti in Tuscia e sponsor della manifestazione.
Questo evento, quando l’ho inventato tanti anni fa, era organizzato in maniera diversa: con l’aiuto di Anna Moroni, di cui non c’è bisogno di fare una presentazione, era stato concepito, infatti, come una competizione di ricette dolci che i concorrenti preparavano a casa.
Poi, dopo 2 anni, con il mutare dell’amministrazione comunale l’ho messa in un cassetto per un po’ di tempo, anche perché ero concentrata nel selezionare le ricette per il libro scritto con Giovanni Chiatti.
Il nuovo format nasce dal mio incontro di sette anni fa con lo chef Carlo Cravero che si offrì di aiutarmi, dopo aver ascoltato i miei racconti della precedente gara iniziata e interrotta.
Ci rivolgemmo all’assessore comunale dell’epoca che, insieme a Carlo Zucchetti, ci consigliò, per dare una maggiore visibilità alla manifestazione, di organizzarla all’interno del Divino Etrusco e da lì è iniziata l’avventura del Divin Mangiando che quest’anno avrà anche una location d’eccezione come il Luxury Hotel Valle del Marta.
I finalisti e il vincitore invece saranno premiati nell’Area del gusto, allestita nell’Arena San Marco e verranno omaggiati con i premi messi a disposizione dalle aziende locali e dalle associazioni come i Lions di Tarquinia, che sono sponsor della manifestazione; inoltre quest’anno sarà presente al mio fianco anche l’Associazione Italiana food blogger, di cui faccio parte, e che sarà di supporto nella comunicazione.
I giudici che quest’anno presenzieranno alla manifestazione saranno: lo chef Salvo Cravero, la prof.ssa Diana De Santis docente presso l’Università Unitus di Viterbo, Anna Maria Olivieri, presidente Fisar, Maria Laura Nespica, agronoma, l’avvocato Paolo Pirani, Alessandro Creta, giornalista di Italia a Tavola, e la madrina dell’evento Anna Moroni.
Questa giuria, come ogni anno, ha scelto il piatto che maggiormente ha coniugato originalità e proprietà d’uso degli ingredienti forniti dalle eccellenze del territorio: ha vinto il piatto di Samia, arrivata alla conclusione della gara con due piatti…anche il dolce!