Panpepato, ricetta di famiglia

Pan pepato della famiglia Tassoni

Pubblicazione: 07/12/2021

Il panpepato o, come si dice da noi, pampapato è un dolce tradizionale che viene preparato nella Tuscia e nel Lazio durante le feste di Natale. Lo troviamo anche in altre città d’Italia, come Siena, Ferrara e Terni, città che nella storia facevano parte dello Stato Pontificio. Essendo un’appassionata di archeo-ricette, a volte mi chiedo: – “ma gli Etruschi avranno avuto il loro pampepato?”

Di certo il miele, i fichi e la frutta secca esistevano già in quel periodo, invece, non erano conosciuti cioccolata, pepe e canditi, ma mi piace pensare che certamente preparassero un dolce avo di quello che oggi noi conosciamo. Non vado molto lontano con l’immaginazione perché nelle ricette dolci di Apicio si trovano due preparazioni: dulcia piperata e duIcia aliter, che potrebbero essere i predecessori del panpepato odierno.

Le prime tracce scritte di questo dolce risalgono al 1205, mentre la documentazione datata è intorno al XVIII secolo, quando viene riportata una versione del dolce molto simile all’attuale ricetta. Il nome pampapato potrebbe avere tre origini: la prima è che il nome derivi dal fatto che questo dolce veniva preparato nei conventi per il Papa; la seconda origine è che la forma del dolce ricorda una papalina; la terza spiegazione deriva dalla quantità di pepe usato nella preparazione, che all’epoca era un ingrediente molto costoso; quindi, sicuramente non era un dolce che veniva preparato per le tavole dei contadini.

Gli ingredienti del panpepato sono tutti simboli di abbondanza e prosperità come le noci che rappresentano la trinità, le mandorle morte e resurrezione, le nocciole magìa e ultraterreno, l’arancio e il cedro ricchezza ed abbondanza, infine il miele era concepito come un ingrediente prezioso e purificatore.

Il panpepato è un dolce che a Natale a casa mia non può mancare e ve lo voglio raccontare perché partecipo al Calendario dell’Avvento dell’Associazione Italiana Food blogger.

La sua preparazione è mediamente facile, ma è di una bontà assoluta in quanto al suo interno troviamo la frutta secca, il miele, il cioccolato, gli aromi, le spezie, il pepe, e i canditi. Come quasi tutti i dolci natalizi, nella mia famiglia venivano e vengono preparati l’8 dicembre e, come ogni ricetta di casa, la quantità degli ingredienti è soggettiva e si basa sul qb, quanto basta, cioè dipende dalla sensibilità della padrona di casa. Nell’arco degli anni il qb ha creato parecchie interpretazioni e varianti anche nella mia famiglia, non parliamo poi della differenza tra una famiglia e un’altra, sarebbe il caso di dire: “famiglia che vai, panpepato che trovi!”.

Mia nonna mi raccontava che, dopo la lavorazione del dolce, poiché rimanevano attaccati alla tavola dei residui di preparazione e la sua famiglia era povera, per non sprecare nulla, aggiungevano ai rimasugli acqua melata, cioè l’acqua derivante dal risciacquo dei recipienti che avevano contenuto miele, ancora un po’ di pepe e un po’ di farina, e impastavano tutto assieme per ricavare dei biscotti durissimi che chiamavano straccadenti, pepatelli o melatelli.

Mia nonna si divertiva a far maneggiare questo preparato alla sottoscritta, con il doppio intenti di farmi giocare e contemporaneamente prendere dimestichezza con gli ingredienti.

Nei giorni di festa preparare e mangiare il panpepato è come tornare indietro nel tempo e ci consente di passare virtualmente ancora un po’ di tempo con i nostri avi, con la consapevolezza di ripetere lo stesso gesto sacrale del perpetuarsi delle tradizioni.

Ricetta classica del Panpepato

  • 250 g di miele
  • 350 g di uvetta
  • 250 g di mandorle tostate
  • 50 g di pinoli
  • 250 g di nocciole
  • 250 g di noci
  • 300 g di cioccolata fondente
  • 1 arancia buccia
  • 1 limone buccia 
  • 100 g di farina 0
  • Cannella q.b.
  • Pepe q.b.

Procedimento

  1. Versa il miele in una pentola capiente dove puoi raccogliere anche tutta la frutta secca;
  2. Aggiungi la buccia di un’arancia e di un limone e fai cuocere per 3 minuti;
  3. Togli le bucce degli agrumi e aggiungi le mandorle, mescola bene e fai cuocere per 10 minuti;
  4. Adesso puoi mettere le nocciole cuocile per altri 10 minuti. Il miele si sarà assorbito quasi tutto ma tu devi sempre mescolare per non fare attaccare e lascia sempre il fuoco al minimo;
  5. Aggiungi ora le noci e i pinoli e mescola bene.
  6. Versa nella pentola dove stai cuocendo la frutta secca, anche tutti gli altri ingredienti mancanti e per ultimo la cioccolata spezzettata e la farina, amalgama bene tutto e spegni il fuoco.
  7. Capovolgi su un’asse tutto il contenuto, prepara una ciotola con acqua fredda, e, ancora caldi, fai dei mucchietti con i palmi delle mani, bagnandoli spesso con l’acqua e battendo sul tavolo per compattare;

2 commenti

  1. La mamma metteva anche i fichi secchi, ma come da introduzione: casa che vai, pan pepato che trovi!
    Grazie, ora li provo subito!

    1. Simona anche io li metto, ma pochissimi. Chi mi diede la ricetta non li metteva. Spero ti siano venuti bene. Grazie

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Rimaniamo in contatto

Ti manderò le più belle ricette del mese e gli inviti ai miei eventi.

Acconsento al trattamento dei miei dati in accordo alla Privacy Policy*