D’estate vista la grande abbondanza di frutta, in tante ci dedichiamo a preparare le confetture ed io, che nel mio giardino possiedo un pesco ed un albero di albicocche, non sono immune a questo fascino di voler mangiare delle marmellate genuine per il resto dell’anno.
La stessa cosa mi succede tra settembre ed ottobre quando maturano le giuggiole, non riesco a non raccogliere dalla pianta nel mio giardino un buon quantitativo per realizzare una confettura con questo frutto a cui sono molto legata anche per i miei ricordi dolci da adolescente. Questo legame nasce dal fatto che, quando ero una ragazzina, aiutavo una mia amica e la sua famiglia nella raccolta di quello che oggi viene considerato un frutto dimenticato e ricordo con nostalgia le ore spensierate passate insieme a mangiarle fresche e dolci, facendo sempre attenzione al nocciolo interno e a non farmi male alle mani perché i suoi rami erano pieni di spine.
Solo da adulta ho conosciuto ed imparato ad apprezzare le qualità benefiche delle giuggiole, il fatto di essere un vero e proprio concentrato di minerali e vitamine, di vitamina C sono addirittura venti volte superiori a tutti gli altri agrumi, e che, cucinandole, queste loro proprietà sarebbero diventate ancora maggiori.