Amaretti sardi al pistacchio

Amaretti sardi al pistacchio

Pubblicazione: 23/12/2024

Amaretti al pistacchio

Questa mia ricetta è una rivisitazione del classico amaretto sardo che viene arricchito dal sapore unico e raffinato del pistacchio, un frutto secco da me molto amato per il suo sapore inconfondibile e le sue numerose proprietà benefiche. Perfetti per chi vuole gustare un dolce dal gusto deciso e dalla consistenza unica, questi amaretti vengono preparati in modo da risultare croccanti all’esterno e piacevolmente morbidi all’interno.
Grazie poi al loro aroma intenso e alla loro eleganza naturale, sono l’ideale per accompagnare un caffè o un tè pomeridiano e, soprattutto in questo periodo natalizio, possono diventare anche un’idea artigianale, semplice e gustosa da donare agli amici.
Che tu li voglia preparare per una festa, per un’occasione speciale o semplicemente per coccolarti, questi amaretti al pistacchio sapranno comunque regalarti un momento di autentico piacere.
Sei pronta a prepararli insieme a me?

Dettagli della ricetta

Persone:

20- 25 biscotti

Difficoltà:

Medio

Tempo di preparazione:

45 minuti

Strumenti necessari:

Mixer o tritatutto, ciotola capiente, frusta o fruste elettriche, grattugia fine, pellicola trasparente, bilancia da cucina, teglia da forno, carta forno, cucchiaio, ciotolina, griglia di raffreddamento.

Ingredienti della ricetta

  • pistacchi in granella fine :

    500 g

  • zucchero:

    500 g

  • limone:

    1

  • albumi :

    6

Procedimento

  • Fase 1

    In un mixer trita i pistacchi insieme allo zucchero, fino a quando non avrai ottenuto una polvere sottile. Mi raccomando fai attenzione a non tritarli troppo a lungo, altrimenti rischi che i pistacchi rilascino il loro olio.

  • Fase 2

    In una ciotola, ai pistacchi ed allo zucchero unisci la scorza grattugiata del limone.

  • Fase 3

    Monta gli albumi ma non a neve a ferma, aggiungili, piano piano, al composto, ed amalgama bene. I 6 albumi considerati sono una quantità di massima perché, se le uova che utilizzerai saranno grandi, allora potrebbero bastarne anche 5; discorso opposto se sono piccole, in quel caso devi aggiungerne una in più. L’importante è che tu raggiunga la giusta consistenza, l’impasto deve risultare umido ma non molliccio.

  • Fase 4

    Copri con la pellicola e lascialo riposare tutta la notte in frigo.

  • Fase 5

    Dopo la notte in frigo, riprendi l’impasto e verifica che non sia troppo asciutto: in tal caso aggiungi un altro albume. Per capire se la consistenza dell’impasto è proprio quella giusta puoi fare una prova: prepara una pallina di impasto, e falla rotolare nello zucchero semolato. Se scorre velocemente senza intoppi, l'impasto è diventato troppo duro e serve altro albume; se invece scorre a tentoni, trovando difficoltà in questo suo scorrere, allora hai raggiunto la consistenza ottimale.

  • Fase 6

    Forma delle palline da 35-40 gr. ognuna, bagnandoti spesso le mani, io sono solita bagnarle con acqua e acqua di rose: falle rotolare nello zucchero e metti un pistacchio sopra ad ognuna.

  • Fase 7

    Mettili in una teglia distanziandoli tra di loro, e dopo aver preriscaldato il forno, inforna gli amaretti a 175°C per 15/20 minuti, fino a quando non saranno diventati leggermente dorati in superficie e contemporaneamente morbidi all'interno.

  • Fase 8

    Lasciali raffreddare completamente prima di servirli.

  • Fase 9

    CONSIGLI: Puoi accompagnarli con una tazza di tè verde in modo da esaltare il sapore del pistacchio.
    Puoi conservare gli amaretti al pistacchio in una scatola di latta o in un contenitore ermetico. Si mantengono morbidi e fragranti per 4-5 giorni.

Questa ricetta degli amaretti al pistacchio è una piccola e dolce coccola che ti conquisterà al primo assaggio: con pochi ingredienti e una preparazione semplice, avrai l’occasione di portare in tavola una delizia che non passerà inosservata.  E’ una ricetta che mi è stata donata dalla mia cara amica di Selargius, Teresina Puddu del blog Afabica con cui ho condiviso l’esperienza indimenticabile di un master in cultura gastronomica che ho seguito nel 2007 e che mi ha arricchito professionalmente ed anche umanamente, proprio per le persone conosciute. E Teresina è stata sicuramente la più importante, visto che ancora oggi, dopo tanti anni, corro a casa sua, in quei momenti in cui sento il bisogno di fuggire dalla routine e desidero ritrovare, insieme a lei, il gusto della cucina ed il piacere della convivialità. Preparare questi dolcetti è anche un modo per sentirmi più vicina alla sua amicizia ed alla sua passione per le tradizioni della propria terra.

Dolci al pistacchio: conosci bene i pistacchi

Sei proprio sicura di sapere tutto sul pistacchio? Ecco alcune informazioni che dovrebbero fartelo conoscere meglio.

Con il termine pistacchio si intende sia il frutto che la pianta; il nome deriva dal greco “Pistàkion” ed appartiene alla famiglia delle Anacardiacee, una varietà di alberi da frutto diffusa soprattutto nelle aree geografiche dove regna un clima caldo.

La sua coltivazione si perde nella notte dei tempi, già in età preistorica si raccoglievano e si mangiavano i pistacchi: sembra infatti, da alcuni ritrovamenti archeologici, che il suo utilizzo avvenisse già nel settimo millennio a. C. in Turchia; inoltre questi frutti vengono citati anche nell’Antico Testamento, segno che anche gli Ebrei ne facevano uso.

La loro terra di origine è la zona dell’Asia Centrale e occidentale, area dove oggi sorgono l’Afghanistan e l’Iran che all’epoca si chiamava ancora Persia. Da quei territori, in cui venivano considerati dei simboli di prosperità, i pistacchi si diffusero in tutta l’area del Mediterraneo, Italia compresa, quindi a tutte quelle zone che erano accomunate tra loro da un clima simile.

Tutte le popolazioni antiche che abitavano quelle aree, inclusi Greci e Romani, iniziarono a utilizzare questo frutto sia come alimento in cucina sia nella medicina tradizionale.

Una consuetudine che continuò anche nel Medioevo, quando la coltivazione della pianta, grazie alle rotte commerciali che collegavano costantemente l’Oriente all’Occidente, si diffuse in tutte quelle regioni in cui il clima lo permettesse. Perché la pianta del pistacchio fiorisce in quelle zone in cui l’inverno è fresco e le estati sono lunghe e calde, anche se non sopporta l’eccessiva umidità; inoltre è un albero che resiste bene alla siccità e non teme le alte temperature estive.

Oggi le zone più rinomate per la sua coltivazione a livello internazionale, sono l’Iran che da solo copre circa la metà della produzione mondiale e dove sono ritenute di gran pregio perché ancora lavorate secondo i metodi tradizionali, la California, la Turchia, la Cina, la Siria, la Grecia, l’Italia, l’Afghanistan, il Pakistan e l’India. A queste Nazioni si è affiancata anche la Spagna dove, nei primi anni 2000, hanno iniziato a produrre un particolare tipo di pistacchio, detto “colossal” per il suo calibro, una coltivazione che ha incontrato il favore degli agricoltori perché necessita di poca acqua, di una gestione minima e si adatta ad un clima semi-arido.

Di pistacchi, a seconda della Nazione in cui vengono coltivati, ne esistono tantissime varietà; in Italia le piante di pistacchio le troviamo, per ragioni di clima, essenzialmente nel meridione, e le coltivazioni più rinomate sono a Stigliano in provincia di Matera e soprattutto in Sicilia nelle province di Catania, Agrigento e Caltanissetta, dove furono introdotte dagli Arabi. Sull’isola vengono coltivate diverse tipologie, Insolia, Silvana, Cerasola e Bianca, detta anche la Napoletana, ma soprattutto la Sicilia è la patria dei pistacchi verdi di Bronte, detti anche l’oro verde di Sicilia, a cui è stata riconosciuta anche la denominazione di origine protetta ed il presidio Slow Food. Sono pistacchi molto pregiati e costosi perché, essendo coltivati sulle pendici dell’Etna, vengono raccolti, a causa del terreno lavico, manualmente, senza poter contare sull’uso delle macchine.

A prescindere dalla varietà che vorrai scegliere, l’importante è che, quando li compri, i pistacchi devono essere freschi, quindi è fondamentale scegliere quelli il cui guscio non sia macchiato o danneggiato ma liscio, uniforme e leggermente screpolato; inoltre il colore del seme deve essere di un bel verde brillante ed il suo sapore dovrà essere dolce, leggermente salato e con un retrogusto tostato.

Infine, oltre ad essere buoni, i pistacchi, se mangiati con moderazione, fanno anche bene perché sono ricchi di sostanze nutritive utili per il nostro benessere: sono un concentrato di proteine e contengono una buona quantità di antiossidanti che ci servono a proteggere le nostre cellule dai radicali liberi. Alimenti molto energetici, i pistacchi sono anche ricchi di fibre e di minerali, come fosforo, magnesio e potassio, quest’ultimo indispensabile per regolare la pressione sanguigna. Infine nei pistacchi sono presenti vitamine del gruppo B e sono alimenti anche ricchi di grassi, quelli buoni però, che ci aiutano a ridurre il colesterolo cattivo ed a proteggere la salute del nostro cuore.

 

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