Il Fieno di Canepina alla cacio e pepe con guanciale e nocciole croccanti è una ricetta che unisce tradizione e innovazione, valorizzando i sapori tipici del territorio.
Una ricetta perfetta per un pranzo non convenzionale in famiglia oppure per una cena insolita, con cui potrai stupire i tuoi commensali.
Che vino abbinare al Fieno di Canepina
Quando mi sono chiesta quale vino si potesse abbinare a questa ricetta con il Fieno di Canepina mi è subito venuto in mente il Leandro dell’azienda Vitivinicola biologica Etruscaia di Stefano Cardoni, una realtà ormai consolidata del territorio della Tuscia che nel corso degli anni ho visitato più volte personalmente ed ho visto con i miei occhi quanta passione e competenza ci mette ogni singolo lavorante nel coltivare le vigne e nel produrre il vino.
Il Leandro è un rosso di 13,5°C dal colore rubino intenso, con riflessi granati che viene ricavato dalle uve Syrah in purezza, vendemmiate e selezionate a mano verso la metà di settembre. Il processo di vinificazione viene eseguito prima per 20 giorni in acciaio alla temperatura di 26-27° C e poi in barriques nuove per circa 10 mesi mentre l’affinamento viene effettuato per sei mesi in bottiglia.
Siamo di fronte ad un vino complesso, fruttato, speziato, minerale ed anche lievemente balsamico; un rosso ricco e dai tannini eleganti, di lunga persistenza, con note di marasca, more e prugna, che si sposa perfettamente con questo piatto.
Le aziende sponsor del Divin Mangiando
Prosciuttificio Coccia Sesto
Tra le tante aziende che ci hanno voluto accompagnare in questo nostro progetto del Divin Mangiando ed i cui prodotti sono stati utilizzati durante la gara, c’è il Prosciuttificio Coccia Sesto, un’azienda che viene reputata universalmente come una vera eccellenza del territorio della Tuscia.
Un’attività che ufficialmente nasce nel 1947 subito dopo la guerra quando Sesto, appena ventenne, apre a Viterbo un piccolo locale nel centro storico ed intraprende la sua avventura da “norcino”, seguendo la passione che gli aveva trasmesso suo padre.
Sì, perché il papà Nazareno esercitava questo lavoro già nei primi anni del ‘900 e veniva chiamato da tutte quelle famiglie che allevavano i maiali per il proprio consumo personale. Come norcino era solito andare nelle varie abitazioni private di Preci, suo paese d’origine, in provincia di Perugia, a pochi chilometri dalla più famosa Norcia, per macellare gli animali, selezionare e conservare le loro carni e preparare prosciutti, salsicce e salami.
Nel 1978 Sesto, ispirato dalla passione di suo padre e con l’aiuto della sua famiglia, fondò un stabilimento di salumi, trasformando così il suo piccolo negozio in una realtà industriale, mantenendo però la sua identità artigianale.
Dopo la sua morte nel 2000, due delle sue tre figlie continuarono l’attività, modernizzandola secondo le normative europee, sempre però preservando le tradizioni paterne.
Tra i loro prodotti eccellenti, voglio ricordare la Susianella Viterbese, un salume Presidio Slow Food senza glutine e lattosio.
Ma al Divin Mangiando 2025, i partecipanti hanno potuto assaggiare ed inserire nelle loro ricette un altro loro prodotto sopraffino, il Guanciamia, un guanciale brevettato e registrato da questa azienda per una sua peculiarità: è infatti un prodotto che per la prima volta viene insaccato in un budello di forma circolare, dopo aver lavorato, scotennato, arrotolato e speziato una coscia del maiale con una concia segreta.
Un salume che, oltre ad essere un ingrediente indispensabile per dei capisaldi della cucina romana come una amatriciana, una carbonara o una gricia, viene consigliato semplicemente su una fetta di pane caldo oppure, a fine cottura, su una tagliata di carne.
Azienda Agricola Nativa di Giovanni Piergentili
Un’altra eccellenza del territorio che già da qualche anno mi accompagna in questo mio progetto del Divin Mangiando, mettendomi a disposizione i suoi prodotti, è l’Azienda agricola Nativa di Giovanni Piergentili, una realtà molto giovane ma già conosciuta in tutta la Tuscia e che si occupa della produzione e della vendita di creme spalmabili biologiche.
Sorta nel 2020, è un’azienda che, sin dalla nascita, ha sempre avuto come obiettivo quello di sviluppare e di valorizzare un prodotto di eccellenza tipicamente laziale: le Nocciole Tonde Romane Bio, originarie della zona dei Monti Cimini che nel 2009 hanno ottenuto anche il riconoscimento DOP.
Le creme Nativa, realizzate con nocciole, cacao e zucchero di canna bio non raffinato, offrono un gusto autentico e genuino. Ogni tipologia prodotta è unica nel suo genere: da quella alla gianduia, con il perfetto equilibrio tra nocciola, latte biologico e cacao, alla versione al caramello salato, ottenuta con una lunga caramellizzazione dello zucchero. Spiccano anche la Nocciola Cacao, dal sapore intenso, la Nocciola 60, con il 60% di Tonda Romana, e la Nativa Pura, una pasta di nocciole senza zuccheri aggiunti.
Mi ripeto, sono una più golosa dell’altra e tutte assolutamente da provare.