Come fare la zuppa con la Roveja: giornata mondiale dei legumi

Zuppa di Roveia

Pubblicazione: 18/02/2025

Giornata mondiale dei legumi

Come cuoca dell’alleanza Slow Food, anche quest’anno, con questa ricetta, partecipo a “Metti un legume a tavola“, la manifestazione di Slow Beans che celebra la biodiversità e la cultura gastronomica dei legumi.

Sei pronta per preparare insieme a me la zuppa di roveja?

Dettagli della ricetta

Persone:

4 persone

Difficoltà:

Medio

Tempo di preparazione:

60 minuti

Strumenti necessari:

Ciotola capiente, pentola a pressione (opzionale), pentola normale, coltello, tagliere, pentola capiente per la zuppa, cucchiai di misura.

Ingredienti della ricetta

  • Roveja:

    250 g

  • Cicoria pulita e cotta:

    300 g

  • Borragine pulita e cotta:

    200 g

  • Cipolla :

    1

  • Carota :

    1

  • Sedano :

    1 gambo

  • Rosmarino:

    1 rametto

  • Alloro :

    4 foglie

  • Acqua :

    1,5 l

  • Olio extravergine di oliva:

    q.b.

  • Sale e pepe :

    q.b.

  • Pane tostato :

    opzionale

La zuppa di roveja è una ricetta della tradizione sia delle Marche che dell’Umbria, legata alla cucina povera delle zone montane di queste due regioni. Per chi non la conoscesse, la roveja è un legume antico, simile al pisello ma con un colore che  varia tra il verde, il marrone ed il rossastro; viene coltivato sui Monti Sibillini ed è stato, sin dall’antichità, un alimento essenziale per i pastori.

Non esiste una ricetta originale della zuppa di roveja, ogni famiglia marchigiana o umbra ne ha una propria; possiamo definirla una zuppa democratica nel senso che, per prepararla, insieme a questo legume può essere aggiunto qualsiasi ingrediente presente in dispensa. C’è chi ci unisce altre verdure come cavolfiore, cavolo cappuccio, crespigno o bietola, io per esempio ho messo cicoria e borragine, oppure c’è chi aggiunge patate, pomodori e funghi; si può mettere anche della carne di maiale, facendo diventare questa minestra un piatto unico.

Perfetta nelle fredde giornate invernali, è un piatto molto gustoso e nutriente che puoi accompagnare con delle fette di pane tostato e completare con del pecorino grattugiato o a scaglie, che ne esalta ancora di più il suo sapore rustico.

Conosciamo la Roveja

Come ho accennato all’inizio, la roveja è un legume molto antico, le cui origini sono ancora oggi avvolte in un alone di mistero; si sa che è un legume nato in Medio Oriente ma non si hanno notizie certe invece di come sia arrivato in Europa.

Quando lo mangiamo, è come se entrassimo in una macchina del tempo dei sapori, perché, già nel periodo Neolitico, insieme a farro, orzo e lenticchie, faceva parte dell’alimentazione quotidiana degli esseri umani. Fu utilizzato nei loro pasti principali anche da Greci e Romani, che ne esaltarono il gusto deciso e, fino al 1300, fu un ingrediente prezioso e sempre presente in zuppe e minestre.

In Italia, sin dall’antichità, la sua coltivazione si concentrò solo sulla dorsale appenninica umbro-marchigiana, dall’Altopiano di Colfiorito fino al Gran Sasso, coinvolgendo i territori di Cascia e Castelluccio; ma fu soprattutto sulle cime dei Monti Sibillini che si trovavano sterminati campi di roveja.

Le nonne marchigiane ed umbre, hanno sbaccellato questo legume, insieme a lenticchie, cicerchie e fave, fino al Dopoguerra, quando la coltivazione venne abbandonata definitivamente, prima di essere ripresa una ventina di anni fa.

Nonostante infatti cresca nei terreni poveri, non ha bisogno di molta acqua ed è resistente alle basse temperature, la roveja ha una modalità di coltivazione molto faticosa e per questo poco remunerativa. E’ un legume le cui piante hanno steli molto alti che superano di molto il metro di altezza per cui possono “allattarsi”, ossia possono sdraiarsi sui terreni molto facilmente, rendendo così impossibile il passaggio della mietitrebbia meccanica. Inoltre i mezzi meccanici moderni fanno molta fatica a tagliare piante così alte, che quindi possono essere lavorati solo manualmente dai contadini: un’attività per cui le persone devono rimanere chinate per ore a schiena in giù e questa troppa fatica li ha fatti desistere dal continuare a coltivarlo.

Oggi sono rimasti in pochi a produrre la roveja e lo fanno quasi esclusivamente per autoconsumo; solo quattro produttori di Civita di Cascia, nella Valnerina e particolarmente legati alle tradizioni locali hanno continuato nella coltivazione: lo hanno fatto per cercare di far aumentare la conoscenza di questo legume così antico e di indurre altri agricoltori a seguire il loro esempio.

E’ per questa loro perseveranza che già da diversi anni, più precisamente dal 2006, che la roveja è diventata un Presidio Slow Food.

Sembra strano ma, nonostante questo legume si conosca dalla notte dei tempi, la sua classificazione botanica non ha ancora trovato una collocazione definitiva in quanto, pur essendo simile al pisello, non tutti i ricercatori sono certi che sia un suo progenitore, c’è un’altra corrente di botanici, infatti, che è convinta che sia una specie a sé stante.

La roveja, detta anche roveglia, rubiglio, pisello dei campi, corbello, può essere mangiata fresca oppure essiccata ma, nel momento in cui la gusterai, non ti aspettare un sapore simile al pisello perché avrai la sensazione di mangiare una fava.

A Cascia questo legume viene seminato a marzo ad un’altitudine che va dai 600 ai 1200 metri e si raccoglie tra la fine di luglio e l’inizio di agosto; all’inizio il suo baccello è verde poi, quando matura, diventa viola-scuro. La colorazione dei semi freschi può variare dal verde al grigio mentre, una volta che si sono seccati, tendono al marrone scuro.

La Roveja, oltre ad essere buona, è anche un vero e proprio toccasana per il nostro organismo, sono tantissime infatti le sue proprietà benefiche: è innanzitutto molto ricca di proteine e di carboidrati.

Le prime, di origine vegetale, sono fondamentali per la costruzione e il mantenimento dei nostri tessuti corporei, i secondi invece, visto che sono di origine complessa e l’organismo li assorbe più lentamente, ci forniscono energia in modo graduale e prolungato.

Nella roveja inoltre c’è anche un alta concentrazione di fibre sia solubili che insolubili: le prime, insieme agli amminoacidi essenziali presenti come omega3 e omega6, aiutano a controllare i livelli di colesterolo e favoriscono la salute cardiovascolare. Fibre solubili che regolano anche i livelli di zucchero nel sangue, per cui prevengono eventuali picchi glicemici mentre quelle insolubili facilitano la regolarità intestinale, prevenendo la stitichezza.

E’ un legume che possiede anche un basso contenuto di grassi, per cui è adatto a chi osserva un regime di dieta alimentare priva di lipidi; inoltre, sempre grazie all’alto contenuto di fibre e proteine, favorisce il senso di sazietà ed aiuta a controllare il peso corporeo.

Infine la roveja ha pure un’elevata concentrazione di vitamine del gruppo B1 che svolgono una funzione importante nel metabolismo energetico.

Elencando tutti i suoi benefici per la nostra salute, spero di averti convinto ad assaggiare questo legume, e se magari lo vuoi provare d’estate oppure sei stufa di zuppe e minestre, sappi che dalla roveja si ricava anche la farina, che può essere utilizzata per impastare degli gnocchi dal gusto più rustico ed intenso.

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